sabato 30 gennaio 2016

Piano diventi una "città creativa"

Mi piace ragionare sulle cose da fare, sui temi e sugli obiettivi, sui tempi e sui metodi per ottenere un risultato che restituisca dignità a Piano di Sorrento, per rimetterne in corsa le attività commerciali e artigiani che sono trainanti per l’economia locale, aprire una prospettiva anche turistica e renderla più interessante e farne una città creativa in grado di suscitare interessi in chiunque abbia voglia di partecipare a una vera e propria rinascita civile. 
Confesso che non mi appassionano tutti questi discorsi sui candidati avversari, sugli intrighi di palazzo, sulle promozioni o bocciature… Un blà blà che non mi appartiene, forse per formazione culturale e professionale, poiché occupandomi della salute e della vita delle persone sono abituato a capire i problemi e a cercare di risolverli.
Nel mio lavoro c’è davvero poco spazio per le chiacchiere senza costrutto e forse questa mentalità in politica dà fastidio. Con gli Amici stiamo lavorando a una squadra che condivida la vision del Comune e che abbia un programma chiaro e fattibile da realizzare. Di chiacchiere fino a oggi ne sono state fatte tante, troppe, nascondendo la realtà: cioè il fallimento di un’esperienza che sicuramente avrebbe potuto dare di più.

Così però non è stato. La colpa di chi è? Questo credo lo debbano decidere i Cittadini perché ognuno di noi è bravo ad addossare agli altri le responsabilità dei propri fallimenti e insuccessi. Per questo ci sono le elezioni che lasciano la parola ai cittadini. Piuttosto mi preoccupa lo stato in cui versano i conti nel nostro Comune, un argomento di cui nessuno discute forse perché nessuno o pochi conoscono la realtà: cioè una criticità che potrebbe addirittura mandare in default l’Ente con tutte le pesanti conseguenze che ricadranno sulla prossima amministrazione, chiunque sarà il Sindaco. 

I problemi ci sono e il nostro gruppo li sta da tempo analizzando proprio per essere preparati a trovare una soluzione consona alle esigenze dell’Ente e che non penalizzi i Cittadini. La legge di stabilità giustamente non prevede aumenti di aliquote fiscali locali e questo richiederà di strutturare il bilancio corrente e quelli futuri secondo una vera e propria architettura economico-finanziaria che ci lasci margini di agibilità per dare le risposte che il Paese si attende. Basta con le improvvisazioni e con le spese fuori controllo solo per alimentare il consenso. Il nuovo Comune deve ripartire con una programmazione lungimirante, che affronti nell’immediato i problemi più scottanti, che restituisca decoro alla città e avvii un piano di riqualificazione urbanistica, territoriale ed ambientale in grado di salvaguardare la nostra identità e soprattutto valorizzare le potenzialità di questa comunità che vuole recuperare un protagonismo anche rispetto al resto della Penisola Sorrentina. 

Abbiamo le idee chiare su come riorganizzare la macchina amministrativa e su quali saranno gli interventi prioritari da effettuarsi: cinque, sei punti forti su cui concentreremo sforzi e risorse disponibili. Alle elezioni si deve parlare del Paese perché è il nucleo di tutto il ragionamento e del confronto. Chi sposta l’attenzione su altre e sicuramente più banali questioni lo fa per calcolo e per interesse volendo nascondere le responsabilità, quasi come se il disastro che abbiamo sotto gli occhi non fosse colpe di qualcuno”. 

In un dibattito asfittico quanto a problemi è però naturale parlare delle persone, ma non mi appassiona perché a volerla dire tutta chi sarà il mio avversario non mi interessa visto che in qualunque caso si tratta di persone tutt’altro che ingenue e che stanno sulla scena da venti e passa anni per cui abbiamo già visto che cosa sono stati capaci di fare. 

Da loro non ci si può aspettare alcuna sorpresa, da noi invece si: lo dico senza presunzione, ma sapendo di quali risorse umani e professionali oggi disponiamo per governare Piano di Sorrento”. 

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